La moda in Asia sembra non essere unico appannaggio di Cina e Giappone soltanto. La popolazione della Corea del Sud, negli ultimi anni, ha iniziato ad avere un grande interesse nei confronti del fashion system. Tutto è iniziato nel 2012 con il tormentone Gangnam, il video che per primo ha raggiunto un miliardo di visualizzazioni su youtube e ha messo in luce una nuova estetica. Lo stile Made in Corea da quel momento è sotto la lente d’ingrandimento di talent scout e analisti ,per la sua capacità di conquistare i mercati stranieri in diversi ambiti: dalla musica alla cosmetica con un’industria che oggi vale oltre 13 miliardi di dollari. Non a caso, ad aggiudicarsi la prima edizione della serie Netflix “Next in fashion” sia stata la stilista Minju Kim.
Secondo l’analisi «Investment opportunities in Korea fashion & beauty», il mercato della moda in Corea vale 41,5 miliardi di dollari ed è destinato a crescere. «La Corea ha una lunga tradizione nel settore dell’industria tessile. Dal 2013, inoltre, è attivo il Korea observatories all’interno di Milano Unica, mentre dal 2019 l’ Istituto Marangoni di Milano sceglie i suoi cinque migliori studenti che dovranno poi realizzare outfit con i tessuti provenienti da aziende associate a Ktta-Korea Textile Trade Association» spiega Natan Mondin, Trade and investment specialist di Kotra, agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle aziende coreane. L’ascesa della moda coreana potrebbe essere dato anche dalla capacità dei designer di interpretare il contemporaneo. Solo nelle scuole locali i studenti designer contano più di 5 mila e a questi poi bisogna aggiungere tutti quelli che hanno scelto di formarsi presso le principali istituzioni internazionali.
«In 19 anni abbiamo avuto 670 iscritti provenienti dalla Corea del Sud e dal 2005 non c’è stata finale che non vedesse partecipare almeno uno: quest’anno sono in quattro nelle diverse categorie», ha dichiarato Barbara Franchin, founder di Its-International talent support a Trieste.
