LA MODA DICE ADDIO AI PELLAMI ESOTICI

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L’emergenza Covid-19  ha messo in luce nuovi potenziali risvolti legati al trattamento e al commercio di animali esotici. Questo sarà forse l’anno in cui l’industria della moda dirà finalmente addio ai pellami di queste specie animali.
Considerate ora, da molti, altamente immorali e sorpassate, le pelli di coccodrillo, alligatore e struzzo sono da tempo simbolo di ricchezza per eccellenza tra gli ultra ricchi. Nel 2017, una Birkin Himalaya di Hermès in coccodrillo bianco tempestata di diamanti fu battuta all’asta da Christie’s per la cifra record di 293.000 sterline (circa 325.000 euro). Attualmente, il costo di una Gucci Zumi piccola in alligatore è di 25.000 euro mentre per uno zaino Louis Vuitton in pelle di struzzo il prezzo per renderlo vostro è di 12.900 euro. Man mano che molte più case di moda stanno dicendo addio all’uso di pellicce per le loro creazioni, ultima Prada, ora l’esempio è seguito anche per quanto riguarda pellami esotici.


Un punto cruciale che ha fatto cambiare l’ idea ai brand, è stata divulgazione nel 2016 da parte di  PETA (People for the Ethical Treatment of Animals) di un video scioccante che mostrava come venivano uccisi gli animali, le cui pelli erano destinate alla realizzazione dei prodotti di lusso. In seguito moltissimi brand si sono impegnati nel far si che le pelli venissero reperite “cruelty free” Kering, il gruppo a cui fanno capo brand come Gucci, Bottega Veneta e Saint Laurent, ha stilato standard per il welfare degli animali in base alla loro specie e ha richiesto la totale tracciabilità da parte dei fornitori.

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