E’ scomparso oggi Christo, uno dei più grandi artisti della Land Art. In una delle sue ultime interviste diceva: “Ho detto di no a Trump, con lui non tratto. Mi è costato 40 milioni, ma io pago le mie opere e non rendo conto a nessuno“. Lasciò il suo Paese nel 1957, prima per Praga e poi Vienna e quindi Ginevra. Nel 1958 andò a Parigi, dove incontrò Jeanne-Claude Denat de Guillebon, che diventò non solo sua moglie, ma anche compagna di vita nella creazione di opere d’arte.
“Christo ha vissuto al massimo la sua vita, non solo sognando cio’ che sembrava impossibile ma realizzandolo. Le opere d’arte di Christo e Jeanne-Claude hanno riunito le persone nelle esperienze condivise in tutto il mondo, e il loro lavoro continua a vivere nei nostri cuori e nei nostri ricordi” commenta l’ufficio stampa dell’artista.
Considerati tra i maggiori rappresentanti della Land Art, anche se Christo preferisce la definizione di «Arte ambientale», Christo e Jeanne-Claude Denat de Guillebon sono stati gli autori di decine di opere sorprendenti, realizzate in tutto il mondo. «Lei e io» diceva sempre Christo. Hanno realizzato decine di opere indimenticabili e in tutto il pianeta, da «The gates» che con i suoi 7.503 «cancelli» ha colorato la neve di Central Park a febbraio del 2005, ai sorprendenti «Umbrellas» che in contemporanea hanno acceso di blu i dintorni di Tokyo e di giallo i dintorni di Los Angeles: 1.340 in Giappone, 1.760 in California. Poi i celebri impacchettamenti, dal Pont Neuf a Parigi al parlamento tedesco a Berlino. E tante altre maxi installazioni che hanno acceso l’ambiente in cui sono state collocate. Gli hanno dato un volto e un ricordo nuovo nella storia dell’arte. Come è successo la lago d’Iseo sulle cui acque l’artista realizzò nel 2016 la sua opera The Floating Piers