MOD, LA SUBCULTURA DEL MOVIMENTO

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Negli anni Sessanta a Londra, nel Regno Unito, si formò una sottocultura giovanile che prese il nome di Mod. Il termine mod, abbreviativo di modernism, deriva dai fan del moderno jazz, genere musicale in voga in quegli anni. Questo gruppo si differenziava dalla cultura di massa attraverso elementi distintivi e significativi: look curato ed innovativo, musica afroamericana come il soul, il blues e lo ska, abbigliamento italiano. Caratteristica principale era l’uso di abiti con 3 o 4 bottoni, di solito di colore scuro, e ben attillati sia per giacca che sui pantaloni. Le camicie, quasi sempre con colletto botton down, erano di colori neutri e quasi sempre accompagnate da maglioni con profondo scollo a V ed accompagnati dal classico cravattino in tinta con la giacca.


Anche i soprabiti avevano la loro importanza in questa cultura; vennero usati quasi sempre dei Parka di provenienza militare. Per quanto possa sembrare inusuale come capo di vestiario, c’è una valida ragione che spingeva i Mod ad usare questo capo nei loro look; i Mod erano soliti viaggiare su scooter italiani come la mitica Vespa o la Lambretta, e quindi per evitare che i costosi abiti firmati si rovinassero, usavano questi lunghi e caldi giubbini militari che potevano trovare a basso costo.
Questo particolare ha caratterizzato il loro stile per anni, e proprio in virtù di questo, uno dei simboli di questa cultura è il simbolo della Royal Air Force, che spesso era cucito sui vecchi parka che i Mod compravano nei mercatini di usato militare.

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