HIP-HOP E RAP, I MOVIMENTI CHE HANNO DENUNCIATO I DISAGI SOCIALI

5 mins read
Start

La cultura Hip Hop nasce nel Bronx a New York agli inizi degli anni ’70; possiamo dire che affonda le sue radici nella storia dei fratelli Cindy e Clive Campbell; Clive è noto all’epoca come Dj Kool Herc, questi due ragazzi diventano presto un punto di riferimento per gli afroamericani del quartiere. Seppure nasce dalla povertà, e dal degrado l’Hip Hop e il Rap diventano nel contesto sociale americano un punto d’aiuto, uno stimolo per i giovani al raduno e alla socialità, un’impulso a emergere, creare e distinguersi. Ben presto il fenomeno si espande ad altri Paesi. Il rap è uno dei generi musicali maggiormente diffuso tra i giovani, negli ultimi anni ha ottenuto sempre maggiore attenzione a livello mediatico e ha dato fama ai rapper italiani che ne hanno fatto un modo per denunciare i disagi e le problematiche sociali.


Molto importante è comprendere il target degli appassionati consumatori di musica rap, un vasto pubblico di ragazzi giovanissimi che ammirano e seguono il rapper del cuore, simbolo del contrasto e della contestazione, una voce che si alza e che esprime quello che loro vorrebbero dire. Per questo il rap ha successo e si afferma nel panorama musicale mondiale. Il linguaggio è spesso “crudo”, “sporco”, al primo impatto i brani rap danno l’impressione di scarsa valenza, di musica-spazzatura; ma analizzando più in profondità e ascoltando con attenzione è possibile cogliere l’impegno e il messaggio, una sorta di urlo globale che si alza dalla folla di giovani che quotidianamente vivono i disagi della nostra epoca sia in modo passivo che attivo, povertà nelle famiglie, scarsa comunicazione con la società, incomprensioni, solitudine, carenze culturali e affettive, la depressione, il tunnel delle droghe e degli alcolici.

Provenienti dal Queens, i fratelli Simmons erano già da qualche tempo nel mondo della musica, Joseph come dj e Russell come manager di Kurtis Blow, il primo rapper ad aver vinto un disco d’oro con un singolo hip hop, intitolato “The Breaks”. Un giorno, guardando un cadavere su un lettino nell’aula dove studiava Scienze Mortuarie a LaGuardia Community College, a Joseph venne l’ispirazione e butto giù delle rime. Incredibilmente macabro, ma vero, dopo qualche lavoro di perfezionamento del testo e l’incontro con Jam Master Jay, tutto fu pronto per esplodere: i Run DMC erano nati e il successo del loro singolo “It’s like that” pubblicato nel 1983, poi seguito dal primo album (Run-D.M.C.) fu semplicemente incredibile. I meriti da riconoscere ai Run DMC sono molteplici. Prima di tutto, avevano riportato l’Hip Hop alle sue radici, rendendolo più asciutto, aggressivo, pulito di tutti i fronzoli strumentali per dare spazio alla batteria e alla voce. Allo stesso tempo avevano sviluppato un nuovo look, molto più vicino alla strada, a quello che indossavano i ragazzi e in cui questi si potevano riconoscere: completi in pelle, cappellini neri fedora, jeans Lee, catene d’oro al collo, e le Adidas senza lacci, protagoniste di “My Adidas”, la canzone che li fece diventare i testimonial ufficiali del brand.

RUN DMC, con le loro sneakers adidas senza lacci

Furono i primi a vincere il Disco di Platino, ad influenzare altri gruppi come i Public Enemy o i Beastie Boy, e a collaborare con un gruppo rock come gli Aerosmith, ispirando un nuovo genere rap rock esploso negli anni Novanta. Furono i primi ad aprire le porte al gangsta rap. Il rap si fece spazio, diventò la colonna sonora dell’Ovest e per i gangster un nuovo ambito in cui poter investire: riciclare i soldi guadagnati dallo spaccio nella produzione di dischi. Ecco che in questo periodo appaiono le figure dei rap Snoop Dogg, Dr Dre, Tupac Shakur, Notorius B.I.G. ed Eminem.

Previous Story

MOD, LA SUBCULTURA DEL MOVIMENTO

Next Story

10 CURIOSITÀ SULLE AIR JORDAN 1

Latest from News