Nel nostro magazine ne abbiamo parlato più e più volte. Vi abbiamo raccontato tutte le sue collaborazioni. Avete visto il suo logo su felpe, borse, scarpe e persino sui gonfiabili da mare. È uno dei brand che dagli anni ’90 ha decisamente lasciato il segno. I suoi colori bianco e rosso sono inconfondibili.
Ma come nasce Supreme? Oggi vi racconteremo la sua storia. Partiamo dall’inizio. Ovvero, chi ha ideato Supreme? Il papà di questo brand targato New York è James Jebbia. Classe 1963, nato in America ma cresciuto in Inghilterra. Appassionato di hip hop e skateboard decide nel 1994 di aprire un negozio tutto suo. È aprile e in Lafayette Street nel centro di Manhattan nasce il primo store Supreme . Il concetto è quello di creare un posto in cui, oltre alla vendita di abbigliamento per gli skater professionisti, ci si possa ritrovare e si abbia la sensazione di essere nel posto “giusto”. È un negozio di nicchia, non adatto a tutti e non molto accogliente per chi non fa parte di quel settore. Lo store è pensato per essere vissuto. I capi di abbigliamento sono posizionati lungo il perimetro del negozio e al centro c’è una pista da skate in cui potersi divertire. James Jebbia ha l’idea giusta al momento giusto. Sono gli anni della cultura hip hop, degli skater, dei punk.
C’è grande fermento e i giovani si fanno sentire. James ha preso tutti questi elementi e li ha trasformati in un brand. Non si è adeguato agli standard richiesti ma ne ha inventati di suoi. Esclusività è questa la parola che dal primo giorno fa rima con Supreme. Non è un brand per tutti e non lo sarà mai. James vuole rimanere nella sua nicchia, nasce come marchio di settore e tale dovrà restare. Nessun compromesso. I suoi prodotti sono di alta qualità e ben studiati. Il suo motto è “Se so che ne posso vendere 600, allora ne produco 400”. Questa frase racchiude tutta la filosofia Supreme, che nonostante l’altissima domanda continua a tenere molto basso il numero di capi prodotti. Dopo New York, Los Angeles e Brooklyn Supreme sbarca in Europa e sceglie Parigi e Londra.
Poi tocca al Giappone: Tokyo, Nagoya, Osaka e Fukuoka. “Pochi” store ma con lunghissime file ogni settimana per accaparrarsi anche solo uno dei capi con l’iconica scritta bianca e rossa. Poco tempo per prenotare e comprare un prodotto. Online o in store la filosofia non cambia. Devi essere veloce e deciso, hai una sola possibilità. Un altro ingrediente che ha reso Supreme un’icona tra i grandi brand è stato quello di puntare sulle collaborazioni. I nomi più alti del panorama della moda hanno scelto James Jebbia come alleato. Nike, Vans, Levi’s, Timberland, Stone Island, Louis Vuitton solo per citarne alcuni. Quando agli esordi Vogue definì Supreme “lo Chanel dello Streetwear” per essersi dimostrato un brand di culto proprio come la maison francese aveva di sicuro predetto il suo futuro.