Britney Spears è prigioniera… di suo padre. I fan della cantante, mostrando serie preoccupazioni al riguardo, hanno deciso di dare vita in rete al movimento #FreeBritney.
Spiegato con precisione da Diet Prada (@diet_prada) in un post commentato e condiviso anche dall’influencer Chiara Ferragni, si tratta di una vera e propria campagna in sostegno di Britney Spears, nata nel tentativo di liberare la pop star dalla tutela legale del padre.
Una prigionia imposta a Britney Spears nel 2008 quando, dopo aver sofferto diversi crolli mentali, è stata data in custodia al padre, Jamie Parnell Spears, il quale però non le permette di vivere una vita indipendente, libera e piena. Il padre dell’artista, in barba alla sua capacità di recupero, avrebbe chiesto al Tribunale della California di poter rimanere tutore legale della figlia (la tutela del patrimonio in California prende il nome di conservatorship), alla quale avrebbe con ciò impedito di spendere i propri soldi, di parlare pubblicamente di quel che le impone, di guidare una macchina o sposarsi, di prendere decisioni autonome sulla propria carriera, di vedere i suoi figli, di utilizzare un telefono o un social network senza che questo sia posto sotto stretto controllo.
Sempre per colpa del padre, risulta secondo Usa Today, che la popstar avrebbe persino dovuto rinunciare al proprio timbro vocale, impostandole di cantare in falsetto, utilizzando una voce artificiale e infantile. Se la cantante avesse preso a cantare con la propria voce, vicina per profondità a quella di Christina Aguilera, il sogno di un’eterna lolita sarebbe svanito.
Secondo il Los Angeles Times, Jamie Spears è pagato circa 130mila dollari all’anno per il suo ruolo, che gli dà la facoltà di disporre delle trattative sugli affari di Spears, di vendere le sue proprietà e di decidere chi può frequentarla e chi no. L’uomo, che ad agosto dovrà tornare in tribunale per chiedere una proroga sulla tutela legale della figlia, ha liquidato tutte le accuse come false. E la Spears, su Instagram, si è detta felice di una vita che le somiglia. I fan, però, invocano la sindrome di Stoccolma, e ai giudici, vicini alla decisione sul rinnovo, chiedono una cosa sola: «Liberate Britney Spears».