Sono un piccolo esercito, protetti da una mascherina che il più delle volte non basta a proteggerli, hanno il passo stanco di chi ha trascorso centinaia di turni massacranti a combattere contro un nemico invisibile e per questo ancora più pericoloso. Non conosciamo tutti i loro volti, siamo abituati a leggerne imprese sui giornali e a volte è difficile ricordarne i nomi, ma è giusto farlo affinché quando un giorno, che ci auguriamo vicino, si troverà una cura o un vaccino , i loro nomi e il loro sacrificio rimanga. Ne nominiamo solo alcuni, la dottoressa Annalisa Malara, anestesista dell’ospedale di Codogno, che per prima ha capito che ciò che teneva Mattia, il paziente 1, sospeso tra la vita e la morte era proprio il coronavirus, quel killer tanto esteticamente perfetto quanto micidiale, che ha stravolto la vita di ogni abitante del nostro pianeta. E poi Caterina Conti che Vanity Fair ha scelto come volto di tutte le donne medico impegnate sul fronte, e che con Christian Salaroli, lavora ogni giorno nel disperato tentativo di salvare vite all’Ospedale di Bergamo, il primo a raggiungere il limite dei ricoveri in terapia intensiva, a dimostrazione, caso mai ce ne fosse ancora bisogno, che questo virus “non è poco più di una influenza”.
E poi la lunga lista dei medici che non ce l’hanno fatta e, una bellissima nota di speranza, i quasi 8000 che con un immenso atto di amore verso il loro Paese, hanno presentato la propria candidatura per entrare a far parte della task force che opererà a sostegno delle strutture sanitarie impegnate nella lotta al Covid 19. E poi gli infermieri, chiamati a curare ma anche a consolare, a rassicurare. Ne sono testimonianza, una tra le tante, i bigliettini che gli assistenti sanitari del piccolo nosocomio di Pavullo nel Frignano scrivono ai pazienti con disabilità uditive, affinché non siano confinati in una situazione di totale isolamento e solitudine. A tutti questi eroi di un tempo così difficile, Vanity Fair, dedica il numero in edicola dal 25 marzo i cui proventi verranno interamente devoluti all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Sulla copertina di questo numero che resterà disponibile per le prossime due settimane, Caterina Conti , pneumologa, impegnata in prima linea all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, una tra le città che a questa malattia ha pagato il prezzo più grande. Oggi Caterina con #iocisono è il volto di tutti i medici, infermieri, farmacisti, impiegati, operai e volontari che ogni giorno, solo per amore e dedizione continuano a lottare e a non arrendersi.
“Per noi oggi tutti questi uomini e tutte queste donne diventano il riflesso di un’Italia forte e piena di speranza” , ha dichiarato il direttore di Vanity Simone Marchetti. Non resta che combattere, insieme ce la faremo.