BREVE STORIA DELLA GONNA DA UOMO

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La gonna da sempre rappresenta un ideale di femminilità. No, non è affatto vero. Stiamo alla larga dai soliti dogmi, perché di questo si tratta. Se andiamo ad analizzare la storia del costume, scopriremo infatti che in antichità i pantaloni non esistevano nemmeno. Sono stati inventati solamente per facilitare la cavalcata a cavallo. Sia uomini che donne indossavano all’incirca gli stessi abiti senza che essi definissero i canoni estetici del loro sesso. Nell’Antica Grecia, per esempio, la gonna simboleggiava virilità e giovinezza, così come il kilt in Scozia. Tuttora in alcune culture dell’Africa, dell’Asia e dell’Oceania continua a vivere nelle tradizioni senza cadere nella concezione che l’Occidente le attribuisce.

Nel diciannovesimo secolo in Europa si andò a rafforzare un concetto di mascolinità basato su alcuni criteri moralistici imposti dal Cristianesimo. L’atteggiamento dell’uomo doveva essere quello di superiorità, forza e virilità. La gonna è stata severamente bandita come capo maschile. Questo fino all’arrivo delle controculture negli anni Sessanta, che hanno cominciato a mettere in discussione le regole dettate dalla società. Ed ecco che si ritorna a parlare della gonna anche nel guardaroba maschile. Per gli hippie incarnava un futuro utopico in cui i ruoli sociali venivano ripensati. Nella cultura punk, grunge e nel glam rock era indice di pura trasgressione.

In tutto questo, un ruolo fondamentale ce l’ha anche il mondo della moda. In nome di eccentricità, creatività e libertà di espressione, tenta da molto tempo una rivalutazione estetica mirata a far crescere la tendenza gender fluid, sgretolando così la mascolinità tossica. Abbiamo brand legati all’avant-garde come Vivienne Westwood, Raf Simons, Walter Van Beirendonck, Alexander McQueen e Rick Owens. Nel 2003 il Metropolitan Museum of Art ha voluto analizzare questo fenomeno con la mostra “Bravehearts: Men In Skirt” sponsorizzata da Jean Paul Gaultier.

Alcune star nell’ultimo ventennio hanno saputo apprezzare la gonna come capo d’abbigliamento distintivo nei loro outfit. E non parliamo solo di icone genderless come Ezra Miller, Harry Styles, Boy George, Billy Porter e Marc Jacobs. Personaggi ampiamente considerati “virili” come Vin Diesel, Odell Beckham Jr., Diddy e Kanye West, hanno dimostrato di essere avanti con i tempi e totalmente indipendente dalla realtà circostante. Nel 2012, in occasione del tour “Watch The Throne”, Kanye West si è esibito sul palco con un total look Givenchy disegnato appositamente per lui da Riccardo Tisci. Si trattava di kilt in pelle nera da indossare sopra a dei pantaloni skinny dello stesso colore.

Il suo, però, non è l’unico caso. Nel 1993 Kurt Cobain assieme ai Nirvana sfoggiava abiti femminili tra cui anche una gonna in un servizio per Mademoiselle Magazine. Enfatizzando l’estrema comodità del capo e si dichiararono estremamente a favore della rottura dello stereotipo. In tempi più recenti, A$AP Rocky, Jaden Smith e Young Thug hanno conquistato i social sperimentando l’utilizzo della gonna nelle loro mise in un mix tra high fashion e streetwear. Guardando al nostro Paese, dove i casi sono ancora molto rari, Mahmood, nella sua esibizione a Sanremo 2021, ha sfoggiato un bellissimo chemisier plissettato sopra a dei stivali Tabi total black.

Così arriviamo agli ultimi anni e all’affermarsi della moda genderless tra le più prestigiose passerelle. Sull’inclusività e fluidità di genere numerosissimi brand hanno basato le loro collezioni. Da Eckhaus Latta a Dries Van Noten, fino a Opening Ceremony e COMME des GARÇONS, passando per JW Anderson, Yohji Yamamoto e Gucci. Ma i casi in cui il concetto è stato interpretato al meglio inserendo la gonna in modo del tutto sorprendente nel menswear sono quelli di Thom Browne; Burberry, in occasione della FAll2021, ha descritto il legame tra uomo e natura basato sullo spirito d’avventura che spinge le persone a connettersi tra di loro aprendo nuovi orizzonti all’insegna dell’espressione; Anche l’emblema dell’eleganza indiscussa Armani, ha inserito la gonna tra le sue sfilate maschili.

Stando ai fatti possiamo azzardare nel dire che in un futuro relativamente breve la gonna verrà socialmente accettata nella moda maschile come lo furono i jeans indosso alle donne negli anni Trenta? Ai posteri l’ardua sentenza.

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