Da sandalo tedesco, comodo ma non esattamente glamour, a oggetto di desiderio per chi segue la moda. Come non citare la collaborazione con Valentino. O quelle create con il pellame delle vecchie borse Hermès. E ora l’acquisizione della maggioranza di Birkenstock da parte di L-Catterton, controllato da Lvmh, conferma due tendenze. La prima è il nuovo interesse da parte di aziende di lusso “tradizionale” a prodotti dei settori casualwear, sportswear e leisurewear. La seconda, strettamente legata alla prima, è che sono i stessi luxury consumer a chiedere sempre di più di questi prodotti “comodi”.
Un anno di pandemia e una crescita esponenziale del lavoro da casa ha infatti ulteriormente accelerato il “look casual” nel mondo. A iniziare dagli Stati Uniti, dove è nato, il “casual Friday”. Inoltre la banca Goldman Sachs, ha tolto l’obbligo di cravatta in ufficio, cambiando un dress code che sembrava intoccabile.
L’operazione d’acquisto, già in atto da gennaio, è stata annunciata al quotidiano economico-finanziario tedesco Handelsblatt dall’amministratore delegato di Birkenstock, Oliver Reichert, che non ne ha però svelato il prezzo. Tuttavia alcune fonti vociferano di 4 miliardi di euro. A concludere l’accordo è stato L- Catterton, veicolo d’investimento legato al colosso francese Lvmh, insieme al fondatore, ceo e presidente del gruppo, Bernard Arnault. «Otterremo un eccellente accesso al mercato asiatico tramite i nuovi comproprietari e potremo proseguire la nostra crescita a un ritmo accelerato», ha dichiarato Reichert.
Birkenstock si aggiunge così alle quasi 50 maison di lusso del colosso francese. Tra queste leggiamo Louis Vuitton, Dior, Fendi, Bulgari e, ultima acquisizione in ordine di tempo, Tiffany, con a capo il figlio di Arnault, Alexandre. I due proprietari, Christian e Alex Birkenstock, vedono L Catterton e Financière Agache come partner «con la stessa visione strategica e a lungo termine della famiglia». «Aiuteremo Birkenstock a realizzare il suo grande potenziale di crescita», ha affermato Bernard Arnault.
