CRISI IN CASA SUPREME ?

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Dopo l’acquisizione dello scorso novembre per 2,1 miliardi dollari, è arrivata l’ora per VF Corp di scoprire le carte sulle sue intenzioni con Supreme. L’azienda, già proprietaria di Vans e The North Face, si trova ora davanti la necessità di far capire alla comunità streetwear cosa succederà a Supreme. Da qualche anno il brand si trova in una fase calante dove l’hype inizia a spegnersi lentamente.

Infatti la sfida di VF Corp sarà però quella di resuscitare l’interesse verso il brand. Gli acquirenti non solo hanno perso la voglia di aspettare il giovedì, giorni dell’uscita degli item, ma sembrano ormai lontani dal mondo vero di Supreme. Con la riscoperta del basic e la voglia di una moda conscious, il brand di James Jebbia dovrà trovare nuovamente il suo posto in un mondo in continua evoluzione. 

Tuttavia, il CEO Steve Rendle, ha dichiarato che nelle intenzioni di VF Corp c’è la volontà di mantenere intatta l’anima di Supreme, comprendendone il ruolo e l’importanza ricoperta all’interno di un mondo vasto come quello dell’hip hop culture. Nei piani di VF Corp c’è però la volontà di generare 500 milioni di dollari nel prossimo anno fiscale, partendo quindi da marzo del 2021. Un risultato raggiungibile, secondo gli analisti, aumentando la potenza del brand nel mercato cinese, dove al momento Supreme non ha store fisici. 

Anche se a dicembre 2018 un fatto alquanto interessante era accaduto nel mondo asiatico. Un negozio fake Supreme aveva aperto i battenti a Shenzen, in Cina. Il design e l’arredamento dello store replicano fedelmente gli elementi del negozio originale. Dall’insegna agli espositori, dalla selezione musicale ai sacchetti in plastica, fino, ovviamente, ai capi venduti. Ma questo evento non potrà più accadere: Il brand un anno dopo ha vinto un’importante battaglia legale. La registrazioni del marchio così da scoraggiato i vari tentativi dei contraffattori di rivendicare la proprietà di marchi locali di Supreme.

Un altro punto fondamentale è aumentare le vendite online. Nonostante la pandemia e la chiusura di molti dei suoi negozi, Supreme è riuscita a non risentire troppo della crisi proprio grazie al digitale, un canale che al momento rappresenta il 60% delle entrate del brand. 

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