TUTTA LA STREETART PER GEORGE FLOYD

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A seguito dei terribili fatti che hanno portato all’uccisione di George Floyd, la streetart sembra aver riscoperto la sua funzione originaria: quella di comunicare al mondo attraverso le piazze, le strade, i muri, le finestre. Abbiamo recentemente visto l’ultima opera di Banksy in cui lo streetartist ha sottolineato con il suo consueto carisma, come il razzismo sia un’esclusiva responsabiltà dei bianchi e di come sia doveroso da parte loro, riparare. Ma sono stati moltissimi gli streetartist che hanno voluto denunciare e scuotere le coscienze, attraverso la propria arte.

Eric Rieger, meglio conosciuto nella streetart come HotxTea, sabato scorso è sceso per le vie di Minneapolis e ha manifestato il suo dissenso in modo molto creativo: proiettando le foto di George Floyd con un gioco di luci su Railroad Bridge, l’edificio della Gold Medal Flour e la Love Power Church. Così da trasformare Floyd, recentemente scomparso, in una presenza silente, come fosse ancora in vita e si muovesse per le strade di Minneapolis.

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Last night @czt and I went out on a mission to project #GeorgeFloyd on surfaces around the Twin Cities. It was an emotional rollercoaster to say the least and it makes me at a loss for words. Our city is very upset, confused, sad and scared. I’ve never seen anything like this in Minnesota ever and it really breaks my heart. I chose to remember George’s life with these photographs and live projection and the response in public was so embracing it made me realize that we can come together. But on the way home I had to drive through South Minneapolis to get to the freeway and came across long time Hexagon Bar burning to the ground with the owner across the street crying and yelling “This is not okay!” That’s when I saw what injustice can drive people to do and I was just stunned. I don’t even know what to say anymore. Rest Peacefully George. These photographs are for you.

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L’artista parigino Combo ha creato un murale per denunciare la violenza della polizia e rendere omaggio a George Floyd all’inaugurazione dello Street Art Fest a Grenoble.Volevo dipingere un messaggio vicino al mio cuore (…)” Non riesco a respirare “, è diventato davvero un messaggio quasi internazionale, che è comprensibile a tutti”,

Time to Change the World, recita il grande murales apparso a Napoli ad opera dello streetartist Joris. Un graffito con cinque visi, uno dopo l’altro, a ricordare che il razzismo esiste. I visi, tutti riconoscibili sono quelli di Lenin, Martin Luther King, Malcom X, Angela Davis e George Floyd al centro, con lacrime rosse che scendono sulle guance al posto dei segni tribali che di solito caratterizzano i  graffiti di Joris,  per sottolineare che apparteniamo tutti alla tribù umana.
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