CRIOTERAPIA, IL TRATTAMENTO BEAUTY DEL FUTURO

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Cos’hanno in comune Lindsay Lohan, Demi Moore, Carla Bruni, Jennifer Aniston, Hugh Jackman, Mark Wahlberg, Daniel Craig, Demi Lovato, Yoko Ono, Jessica Alba…? Sono addicted di crioterapia.

Se non ne avete ancora sentito parlare, preparatevi, perché da oltreoceano è arrivata anche qui: è la cura di bellezza del freddo, ed è il nuovo must delle pratiche beauty. Basti pensare che l’hashtag #cryotherapy al momento vanta 30mila post di utenti che l’hanno provata. Ora anche da noi va fortissimo: Gianluca Vacchi ogni mattina si chiude per sei minuti in una criosauna; Donatella Versace se n’è fatta costruire una total black con i profili dorati. E la buona notizia, almeno per me, è che a Roma ha appena aperto Cryofit, il primo centro crioterapico specializzato 100% made in Italy, con listino prezzi alla portata di tutti. Perché provarla? La risposta vi lascerà sbalordite (ma non quanto gli effetti visibili): la crioterapia ha un reale effetto anti-age perché migliora immediatamente la qualità della pelle, rendendola più elastica. Inoltre le basse temperature combattono la cellulite e bruciano le calorie. E ancora, udite udite, con un programma di un paio di sessioni a settimana si può eliminare una taglia.

Come funziona: il trattamento può essere total body o localizzato. Nel primo caso la questione è quasi fantascientifica: vi immergete nell’azoto liquido dalle spalle in giù all’interno un cilindro metallico al cui interno le temperature oscillano tra i -130° ai -170°. Il tutto dura da 120 a 180 secondi; dopodiché cyclette per riattivare la circolazione. Il trattamento localizzato invece vi permette di effettuare la crioterapia in zone circoscritte del corpo, a seconda delle esigenze. Il personale del centro è estremamente preparato, e saprà consigliarvi al meglio. Immagino che ora vogliate sapere che effetto fa immergersi nell’azoto liquido a -170°. Il primo istante scotta; il secondo cominci a ridere istericamente; al terzo parli da sola; al quarto ti sembra di aver bevuto l’assenzio. Gli ultimi 176 secondi li trascorri domandoti: ma perché è così spiacevolmente piacevole?

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