Sembra immaginabile anche solo ipotizzare un successore di Virgil Abloh in Louis Vuitton, tanto Virgil ne è stato non solo il Direttore Creativo, ma l’anima e l’essenza stessa del brand.
In una intervista rilasciata poco dopo la scomparsa di Abloh, il presidente e CEO di Louis Vuitton, Michael Burke, ha confermato che la collezione di gennaio del marchio è stata in gran parte completata da Abloh e che il suo team “non deve preoccuparsi di giugno”, sottolineando che non c’è urgenza immediata nell’annunciare un nuovo Designer.
Ancora si sentono gli echi dello straordinario evento Louis Vuitton di Miami in cui ogni dettaglio parlava di Abloh
Nell’intervista Burke continua osservando che “la morte di uno stilista è traumatica, ma non è la morte del marchio. Non da Vuitton.” Ed ha fatto il paragone con quanto accaduto in Fendi dopo la morte di Karl Lagerfeld, vuoto che poi è stato colmato da Kim Jones.
Rumors recentissimi parlerebbero di Kanye West come una possibile scelta, non soltanto perché i due erano molto legati, ma anche perché sarebbe come voler proseguire in qualche modo l’eredità di Virgil.
“La filosofia della scelta di Abloh come creatore è stata costruita sull’idea che avrebbe aperto le porte ai creativi neri”.
Seguire questo percorso non sarà un’impresa da poco. Certamente, ci sono una serie di designer di alto profilo e molto seguiti attualmente senza un ruolo permanente di direttore creativo: tra questi Daniel Lee, che ha lasciato improvvisamente Bottega Veneta il mese scorso , e Kris van Assche,ancora senza incarico da quando è uscito da Berluti all’inizio di quest’anno . Entrambe sarebbero, assunzioni non sorprendenti; ma forse mancherebbero di originalità.
Virgil Abloh è stato innanzitutto un innovatore, colui che ha portato lo streetstyle nel luxury, cambiando regole e codici stilistici come mai nessuno prima. Trovare una sostituzione in tal senso sembra impossibile; servirebbe forse un nuovo punto di rottura.