STORIA DEL VESTITO ROSSO, IN REALTÁ NERO, DI PRETTY WOMAN

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Pretty Woman, uscito nei teatri americani il 23 marzo del 1990, ha incantato per la storia, per il fascino di Richard Gere, ma soprattutto per gli incredibili costumi. Curati da Marilyn Vance, valsero alla costumista una nomination ai BAFTA nella sezione Best Costume Design. I suoi abiti sono stati negli anni copiati e ricopiati, indossati per feste a tema e celebrati nei musei di tutto il mondo, Victoria & Albert nel 2014 compreso. Proprio nel museo londinese è stato infatti esposto l’abito rosso indossato da Julia Roberts in una delle scene più romantiche del film.

Ispirato probabilmente nelle forme e nei colori alle creazioni di Valentino, fu realizzato e firmato direttamente dalla costumista. Con scollo bardot, spalle scoperte e un punto vita ben marcato, il vestito rosso di Pretty Woman è un’esplosione di eleganza e sensualità. È stato studiato in ogni piccolo dettaglio per stupire ma senza risultare mai eccessivo. Eppure il vestito originale sarebbe dovuto essere ben diverso.

I vertici volevano un abito nero, ma io sapevo che quel vestito doveva essere rosso. Così prima di prendere la decisione finale ho creato ben tre abiti differenti. Lo abbiamo fatto provare a Julia in tutte le gradazioni di colore, lo abbiamo illuminato e ripreso. Povera Julia, ha dovuto fare così tante riprese di prova per il colore e per un solo abito! Alla fine sono riuscita a trovare la sfumatura di colore più giusta e ho convinto tutti quanti ad seguirmi per quella strada“. Questo quanto ha raccontato Vance in un’intervista a ELLE US. E la scelta è stata quella giusta.

Sempre alla rivista americana, la costumista ha raccontato delle numerose richieste da parte di uomini che vogliono ricreare il vestito per le reciproche compagne. Ancora oggi ne arrivano a centinaia alla Western Costumes, la manifattura che ha realizzato l’abito.

A completare il look però, almeno nel film, c’era una collana molto preziosa con orecchini dal valore complessivo di 250mila dollari. Come riporta Refinery29, è caratterizzata da ventitré rubini taglio pera, posizionati al centro di cuori in oro 18 carati e suddivisi da diamanti incastonati. E pensare che anche in questo caso la scena doveva essere molto diversa da come in realtà la conosciamo ora. Il gesto di chiudere improvvisamente il cofanetto con la collana fu improvvisato da Gere, d’accordo con il regista per movimentare la scena. E la famosa risata di Julia Roberts fu tutt’altro che programmata.

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