LA SUPERSTIZIONE DI DIOR HAUTE COUTURE

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Le cronache Anni 40 definivano Christian Dior l’uomo più superstizioso del mondo. Lo stilista, infatti, compiva rituali scaramantici prima di ogni sfilata e non dimenticava mai di portare con sé un porta fortuna. Ma soprattutto consultava i tarocchi per conoscere la sorte delle sue nuove collezioni. Tutto questo ha influenzato fortemente la vita e le creazioni del couturier. E oggi i simboli dei tarocchi tornano a ispirare il mondo Dior. Sono protagonisti della collezione Haute Couture Primavera/Estate 2021 realizzata da Maria Grazia Chiuri.

«In periodi di incertezza, proprio come quelli che ha vissuto Monsieur Dior durante la guerra, ogni riferimento alla magia beneaugurante trasmette sicurezza. Non credo che i Tarocchi siano divinatori ma semplicemente che l’incontro con gli Arcani maggiori e minori aiuti ad analizzare i propri pensieri e permette di fare delle scelte. Oggi abbiamo la sensazione di essere rinchiusi in questa “nuova dimensione” e il ricorso ai Tarocchi può essere una strada che ti dice: “vai avanti”» dice Chiuri nell’ormai tradizionale incontro via Zoom che precede la maggior parte delle sfilate in questo periodo di assenza di fisicità.

E così ancora una volta, la designer ci regala il sogno, una dimensione onirica speciale, dalla quale non vorresti più fare ritorno. A condurci in questo luogo magico, dove creazioni di tessuto maestose e preziose incantano e ipnotizzano è, per la seconda stagione consecutiva, Matteo Garrone. Il regista ha raccontato anche la collezione Haute Couture Autunno/Inverno 2020 di Dior. Il nuovo cortometraggio si intitola Le Châteu du Tarot e sono 10 minuti di pura favola girati nel castello di Sammezzano vicino Firenze.

 

E basta guardare la prima scena per volerci entrare in questo mondo fatato. Scortati dalla splendida protagonista, Agnese Claisse, il suo è un viaggio per ritrovare se stessa. Qui incontrerà tutti i simboli dei tarocchi personificati e, naturalmente, vestiti con le sontuose creazioni Dior Haute Couture. Infatti non ci sono citazioni o rifacimenti di immagine. Gli abiti rappresentano i caratteri delle carte che vestono.

Ma entriamo nel merito dei look. Le silhouette degli straordinari abiti da sera diventano montaggi astratti. In alcuni il corpetto è una sorta di bassorilievo traforato, impreziosito dai disegni dell’artista romano Pietro Ruffo. Il grigio Dior viene declinato su tweed, cachemire e organze. I pantaloni sono a vita alta, alla caviglia. Accanto alle silhouette con gonna ampia, torna la linea impero che ci riporta a un lontano passato. Tante lavorazioni jacquard impreziosiscono abiti, giacche e gonne. Non mancano le camicie con maniche a sbuffo per un tocco romantico ad abiti e completi. Non manca il grande classico del nuovo Dior: Bar Jacket e gonna see-through.

 

Questa collezione e la sua rappresentazione firmano un altro capitolo dell’azione e della missione di Maria Grazia Chiuri come direttrice artistica di Dior e come pensatrice della moda contemporanea. 

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