LA MODA PUO’ RIPARTIRE DA ZERO ?

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È possibile cambiare la moda? Resettare tutto a zero e ricominciare producendo prodotti di qualità senza esagerare con la quantità ? È la domanda che si sono posti il Council of Fashion of Designers of America e il British Fashion Council. Le due organizzazioni hanno sottoscritto congiuntamente una lettera destinata ai rispettivi membri, per invitarli a riflettere sul futuro della moda post-coronavirus.
La missiva comune è frutto delle strette relazioni che da tempo intercorrono tra il presidente di CFDA Tom Ford e l’amministratore delegato Steven Kolb con il ceo della BFC Caroline Rush.

Le richieste? Riflettono quelle delle ultime lettere già comparse online, quella di Giorgio Armani che per primo ha confidato a Wwd  le sue perplessità sulla situazione corrente, fino a Dries Van Noten, che insieme ad altri 40 colleghi, ha firmato una lettera aperta. Tutti i documenti concordano su un punto: la necessità di cancellare e ripartire, con un cambiamento radicale e tempestivo.
La comunicazione apparsa sui siti di Cfda e Bfc si snoda in diversi punti. In primis, si sottolinea il forte impatto della pandemia sulla capitali della moda e la necessità di considerare questo momento come “un’opportunità per ripensare e ripristinare il modo in cui tutti noi lavoriamo e mostriamo le collezioni”. In secondo, l’esortazione diretta a marchi, designer e rivenditori abituati al ritmo veloce e spietato del fashion system, a “rallentare“: troppa merce, troppe consegne, troppi inutili accumuli.


La moda come la conosciamo, in un modo o nell’altro, sembra destinata a cedere il passo. La transizione verso il futuro deve passare attraverso un totale reset. Al momento i gruppi Kering e Lvmh non si sono ancora pronunciati.

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