Ne è passato di tempo da quando il Golden Foot di Montecarlo ha inaugurato il primo autunno della sua carriera, incoronando vincitore il mitico Roberto Baggio. Era il 2003. Oggi il Golden Foot è diventato uno degli eventi sportivi (e mondani) più famosi del mondo del calcio. I vincitori – che devono essersi distinti non solo per le doti sportive, ma anche per lo spirito di squadra e la personalità – hanno il privilegio di lasciare l’impronta dei loro piedi sulla Champions Promenade, una particolare Walk of Fame in stile Hollywood Boulevard sul lungomare del Principato di Monaco, e proprio per questo motivo il premio può essere vinto solo una volta per ogni giocatore! È stato un evento fantastico, e devo dire che ero molto emozionata all’idea di essere presente. Cenare con i campioni, spiare e scoprire il loro mondo un po’ incantato e un po’ misterioso, e di sicuro molto affascinante per molte di noi.
I due presentatori della cerimonia erano Pierluigi Pardo e Martina Colombari. Pardo devo riconoscere che è davvero un grande professionista. Lei devo confessare che non mi ha convinto fino in fondo, e a tratti mi ha anche un po’ imbarazzata, perché le sue battute e i suoi motti di spirito (chiamiamoli così) ogni tanto erano un po’ fuori luogo, un po’ forzati diciamo, e in più non parlava molto bene l’inglese, per cui non faceva altro che leggere sul copione… a tratti era difficile seguirla. Ma questo, ovviamente, non ha tolto nulla alla serata, che mi sono goduta in ogni dettaglio. Ad esempio: osservare i vincitori, i loro atteggiamenti, e indovinare la loro vita e la loro personalità. Gigi Buffon è il vincitore di quest’anno (si contendeva il titolo con Cristiano Ronaldo). Simpatico Buffon, ma un po’ ritardatario. Vi dico solo che quando lo hanno chiamato – and the winner is… Gigi Buffon! – lui non si è presentato sul palco!! Imbarazzo generale… attimi di panico… Lo hanno chiamato almeno altre due volte, ma niente, non si trovava; Martina Colombari si è persino messa a cercarlo, telecamere al seguito, per tutti i saloni dello Yacht Club di Montecarlo. Un po’ assurdo, ma divertente.
Il premio come miglior allenatore lo ha vinto il mitico Claudio Ranieri (colui che ha fatto il miracolo con il Leicester City) e di questo sono stata molto contenta, perché credo sia un allenatore intelligente e particolarmente coraggioso ed una persona squisita. Ma il mio preferito in assoluto è stato sicuramente lo spagnolo Carles Puyol, che ha vinto il titolo di “Leggende del calcio”. Sono davvero felice che abbia vinto lui. E lo dico con una certa cognizione di causa, visto che alla cena che seguiva la premiazione condividevo il tavolo con lui e con sua moglie Vanesa. Di lei mi sono totalmente innamorata. Di una bellezza folle, di una semplicità commovente, di una dolcezza senza pari. Vederla insieme al marito, poi, è stato uno spettacolo: una coppia vera, simpatica, aperta. Si intuiva tra loro una complicità, un’intimità che mi ha messo a mio agio e mi ha più volte intenerita. Sono persone talmente amichevoli che alla fine della cena (durante la quale abbaiamo lanciato un sacco di brindisi) abbiamo deciso, completamente brilli, di andare a ballare insieme al Buddha bar. E’ stato fantastico. Ogni tanto li osservavo, e ho notato che lui le toglieva gli shottini dicendole dolcemente “Basta bere!”.
Lei poi per venire a ballare si era tolta l’abito di gala (peraltro semplicissimo) e si è infilata un paio di jeans, maglietta e scarpe da ginnastica, con un filo leggerissimo di trucco. Insomma, una coppia deliziosa. C’erano anche alcuni loro amici. Ad esempio Deco (giocatore del Barcellona) che però ho trovato un po’ più vip, meno alla mano diciamo. E sempre parlando di persone squisite devo assolutamente citare i due pilatri della serata, Fabio Poggioli e Marina Martullo, cioè i due organizzatori che ci hanno seguiti in tutto e per tutto, risolvendo ogni minimo problema. Infatti questi due ragazzi sono stati attentissimi a ogni ospite presente all’evento e hanno curato qualunque cosa nel minimo dettaglio. Un elicottero ci è venuto a prendere a Nizza, e una macchina privata ci ha portato dall’aeroporto all’evento, il tutto senza neppure un intoppo. Grazie a loro due sono entrata nella blindatissima sala stampa, dove erano ammessi solo televisioni e giornalisti. È stato un evento indimenticabile, anche grazie a loro, e in generale voglio dedicare un pensiero d’affetto a tutti quelli che l’hanno reso così speciale.