I problemi provocati dalla pandemia per il settore della moda, non sembrano ancora essere in fase di risoluzione. McKinsey & Company, con il report The State of Fashion 2021 fotografa la situazione attuale del comparto e identifica futuri trend e innovazioni da implementare.
Nel 2020 l’industria della moda ha perso il 93% dei profitti, che invece nel 2019 erano cresciuti del 4%. Dati certamente drammatici, ma non totalmente inaspettati. Ci sono comunque buone possibilità di una ripresa a partire da metà 2021 e si respira un clima generale di cauta fiducia dovuto all’arrivo del vaccino e al trend in crescita del mercato cinese, ormai fuori pandemia.
A dicembre Gucci ha ampliato la propria presenza sul mercato asiatico annunciando una partnership con la piattaforma Tmall del Gruppo Alibaba. Ma ha anche deciso di rivelato la sua prima capsule in collab con The North Face, proprio in Cina.
Infatti è proprio la Cina a registrare una grande ripresa e a rappresentare una importante iniezione di fiducia per il futuro della moda. Il report di McKinsey & Company stima una crescita nelle vendite dal 5 al 10% nel Paese rispetto al 2019 rendendolo così di fatto il mercato del lusso più forte al mondo. L’Europa invece dovrà soffrire ancora nel corso del 2021, questo anche in funzione di una probabile estensione della limitazione di spostamenti tra i vari Stati.. In generale, si tornerà a livelli di vendita pre crisi solo nel 2022, mentre per gli Stati Uniti il ritorno alla normalità richiederà più tempo. Qui le vendite continueranno a scendere nel prossimo anno, con un calo tra il 7 e il 12% rispetto al 2019, e con la prospettiva di una ripresa che sarà visibile non prima del 2023.
In generale il report rivela un certo ottimismo. La pandemia ha quanto meno accelerato il cambiamenti verso una moda più digitale e potenziato l’e-commerce.
