BALMAIN COUTURE, LA SFILATA SULLA SENNA

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Si è tenuta ieri nel cuore di Parigi la sfilata Balmain sur Seine, organizzata da Olivier Rousteing su un battello che ha attraversato la Senna insieme a un piccolo gruppo di modelle e ballerini. La collezione, infatti, è stata svelata attraverso una serie di performance molto speciali, tra cui anche quella della cantante francese Yseult. Lo show di presentazione sul fiume Senna, ideato dallo stesso Rousteing durante i medi di lockdown, rappresenta una celebrazione del ritorno alla vita dopo questo lungo periodo di incertezza ed è stato realizzato con la direzione artistica di Andrew Makadsi, collaboratore di Beyoncé, e con le coreografie di Jean-Charles Jousni, che aveva lavorato con il marchio in occasione dell’ultima sfilata maschile. E non è finita qui. Dato che questa sfilata evento segna anche il 75 ° anniversario della casa di moda francese, Olivier Rousteing ha scelto di presentare tra le sue creazioni anche una selezione di look d’archivio firmati da Pierre Balmain e dai direttori creativi che lo hanno preceduto, come Erik MortensenOscar de la Renta.

ll primo vestito che Pierre realizzò lo vendette alla principessa Ghislaine de Polignac, seguita poi dalla duchessa di Kent, la duchessa di Windsor, la contessa Charles Emmanuel de la Rochefoucauld, la regina Sirikit di Thailandia, a cui si unirono le più ricche borghesi e le artiste e le dive eccentriche come Josephine Baker e Marlene Dietrich. Vestì Katherine Hepburn nel film Les Millionaires in cui l’attrice aveva la parte della donna più elegante del mondo. Più tardi, verso la metà degli anni ’50, persino Brigitte Bardot, contraria ai vezzi della moda, quando dovette andare a Londra per essere presentata alla regina Elisabetta, si rivolse a lui. 
Un connubio tra royalty, borghesia e pop culture, mix che Rousteig mantiene in vita durante la sua direzione artistica, vestendo donne di calibro di Michelle Obama ma anche icone contemporanee come Beyoncé o Kim Kardashian. E sicuramente dopo tre mesi di lockdown a Parigi, questo show era per Olivier un inno alla femminilità in tutte le sue forme, alla gioia e al ritorno alla vita, con un rispetto delle distanze sociali, ovviamente.

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