ADDIO A KANSAI YAMAMOTO, LO STILISTA DI DAVID BOWIE

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Lo stilista giapponese Kansai Yamamoto è scomparso a 76 anni. Lo scorso marzo aveva scoperto di essere malato di leucemia e purtroppo non è riuscito a sconfiggerla. A dare la notizia è stata la sorella Mirai, che sui social ha scritto: “Ha lasciato questo mondo in pace, circondato da persone care, non era solo l’anima elettrica ed energica che il mondo conosceva, ma anche una persona premurosa, gentile ed affettuosa“. Il designer, considerato un pioniere della moda orientale, è diventato famoso in tutto il mondo dopo aver curato gli eccentrici look dell’alter ego di David Bowie, Ziggy Stardust. Grazie ai colori, ai motivi brillanti e ai dettagli esuberanti, verrà ricordato per sempre per il suo stile futuristico e all’avanguardia capace di superare le distinzioni di genere.

Ma chi era questo stilista cosi futuristico ?
Kansai Yamamoto nacque nel 1944 a Yokohama, in Giappone, e, sebbene da piccolo non avesse passione per la moda – studiò infatti ingegneria e inglese – a poco più di 20 anni decise di abbandonare tutto per lanciarsi nel fashion system. Inizialmente fu un autodidatta, poi fece pratica negli atelier dei designer Junko Koshino e Hisashi Hosono. Nel 1971 arrivò la svolta. In quell’anno lanciò la sua prima collezione omonima, facendosi notare in tutto il mondo con uno stile all’avanguardia. David Bowie si rivolse a lui per vestire il suo alter ego Ziggy Stardust, diventato leggendario grazie ai costumi di scena androgini e futuristici. Per il cantante realizzò la celebre tuta Space Samurai, una versione moderna del kimono che abbinava quest’ultimo agli hakama, i pantaloni maschili tradizionali giapponesi.

Sono molti gli stilisti che si sono ispirati a Kansai nel corso degli anni, da Riccardo Tisci ad Alessandro Michele, fino ad arrivare a Nicolas Ghesquière. Quest’ultimo addirittura firmò con lui una collezione per Louis Vuitton ispirata alla stile dei tradizionali guerrieri giapponesi. Negli anni ’90, però, il designer prese una pausa dalla moda e divenne  produttore di eventi, si concentrò su delle performance dal vivo chiamate Super Show, nelle quali combinava musica, danza, acrobazie e cultura tradizionale giapponese. Vinse il premio Tokyo Fashion Editors, gli vennero dedicate ambite mostre d’arte, progettò il treno Skyliner, collaborò con Louis Vuitton.
Oggi il fashion system non può fare a meno di piangerlo: non solo è stato tra coloro che ha fatto tornare in trend la moda tradizionale giapponese, ma è stato anche tra i primi stilisti a superare la distinzione di genere nel fashion system.

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