La kermesse del prêt-à-porter parigino per la primavera/estate 2021, fra sfilate digitali e non, è stata inaugurata da Dior, con uno show dal vivo (a differenza della collezione Cruise a Lecce a porte chiuse) nella struttura dei giardini de Les Tuileries. 350 ospiti, contro i mille soliti, controllati all’entrata dalle minuziose norme di sicurezza imposte dall’impennata di Covid 19 che ha colpito la Francia.
Maria Grazia Chiuri per Dior ha tradotto le necessità del vestire al femminile di questi tempi con capi rilassati, ispirati al design italiano degli Anni Settanta. Non modelli scultorei, ma capi accoglienti, per assecondare il corpo. Adatti a una vita fatta di momenti più intimi e meno pubblici.
I riferimenti e le contaminazioni sono molteplici. Citano lo stile di artiste e letterate femministe. Per questa stagione, Maria Grazia Chiuri si è ispirata alla impegnata arte del collage di Lucia Marcucci, e le rende omaggio con un film, realizzato in esclusiva per Dior, la regista italiana Alina Marazzi, autrice di documentari che esplorano la condizione femminile e l’identità femminile. «Partono dai collage di parole che Lucia Marcucci componeva all’epoca con manifesti pubblicitari e giornali usando un linguaggio di rottura – dice Chiuri, durante una conferenza via Zoom – E arrivano allo stile minimalista di Susan Sontag, con le sue camicie bianche maschili. Passando dal vezzi di Simone de Beauvoir che impreziosiva le sue tenute con elementi raccolti durante i viaggi».
La collezione è un découpage che prende anche spunto da un paltò a trapezio, ideato da Yves Saint Laurent per Dior nel ‘57 in Giappone. Ma anche la Bar Jacket è ancora protagonista delle collezioni Dior: Dopo aver esplorato la maglia, per questa stagione viene dotata di lacci che permettono di modularla in base alle esigenze e allo stile. Viene abbinata a pantaloni o a gonne con coulisse in vita. Altra protagonista di stagione è la camicia come capo passepartout. A influenzare Maria Grazia Chiuri sono scrittrici, poetesse e intellettuali immaginate nell’intimità delle loro case. La camicia maschile resta uguale a se stessa, o diventa tunica, e, ancora, abito, celebrando lo chemisier Dior. Si porta con pantaloni ampi a righe o con shorts, sotto cappotti striped e over in tessuto chiné. L’iconico motivo Dior Oblique diventa protagonista di pantaloni culotte e gonne alla caviglia. E il sogno viene celebrato anche questa stagione con abiti lunghi see-through in mussoline di seta declinati in azzurri opachi, ocra scuro e arancio spento. O in chiffon impreziositi da ricami e piccole perline.