Nonostante il clima di silenziosa incertezza che il fenomeno del coronavirus ha diffuso anche nel mondo della moda, la Paris Fashion Week non si è lasciata oscurare, mandando in passerella alcune delle collezioni prêt-à-porter più elaborate degli ultimi anni. Non è passato inosservato l’uso sapiente e strabiliante del latex nella sfilata di Saint Laurent, né tantomeno lo slancio modernista di Hermès il cui fall-winter 2020 è un tripudio di arte grafica e minimalista in stile Mondrian. Se esistesse un podio immaginario con cui eleggere le collezioni più interessanti, a riempirlo sarebbe forse la triade composta da Margiela, Loewe e Balmain. Ad accomunare questi tre brand è stato l’aver portato in passerella un approccio introspettivo e personale, sostenuto da un’accentuata indole artigianale.
Nella Fall-Winter 2020 di Balmain c’è tutta l’essenza di Olivier Rousteing, giovane e prodigioso direttore creativo della Maison: la sfilata mette in scena uno stile equestrian-borgeouis e allude alla ricerca dell’identità del designer, le cui origini mix tra Etiopia, Somalia e Francia sono l’ispirazione per questa donna, un’amazzone moderna il cui melting pot culturale rappresenta anche una ricchezza stilistica.
Per Loewe, il sensibilissimo creativo Jonathan Anderson ha deciso di esaltare l’artigianalità e il senso di astrazione collaborando con il ceramista giapponese Takuro Kuwata — finalista del Loewe Craft Prize 2018—dando vita a una collezione womanswear dalle forme inusuali, piatte e voluminose. “Stavo cercando di creare nuovi tipi di silhouette che possano funzionare in un mondo astratto“, ha dichiarato il direttore creativo nel backstage. “Mi piace l’idea di creare un look totemico“, ha continuato, descrivendolo come “una silhouette di moda – spinta e sperimentale”.
Infine , il formidabile lavoro portato in passerella da John Galliano per Margiela. Per la collezione autunno – inverno 2020 Maison Margiela, il designer amplia i codici della maison introducendo “Recicla” che simboleggia il riutilizzo di alcuni capi selezionati e riportati in vita, seguendo la scia dell’esistente concetto di Replica usato per definire la riproduzione di pezzi vintage all’interno delle collezioni. I nuovi pezzi portano l’etichetta bianca Recicla – indicante provenienza e periodo – e altro non sono che capi o accessori in edizione limitata, destinati alla vendita. Ad attirare ancora di più l’attenzione su questa collezione sono state le sneaker nate dalla collaborazione
con Reebok, un nuovo modello che ibrida le iconiche Tabi di Margiela con le Instapump.