Nel 2019, il direttore creativo di Gucci, Alessandro Michele, ha annunciato il debutto del marchio di cosmetici della casa di moda italiana: Gucci Beauty. Con Thomas de Kluyver scelto come Global Makeup Artist, il marchio ha lanciato una moltitudine di prodotti di bellezza innovativi, caratterizzati da una forte componente creativa, come un mascara, una cipria, un illuminante viso e una selezione di rossetti disponibili in diversi finish e tonalità. Nel suo nuovo ruolo di truccatore globale, l’autodidatta de Kluyver lavora direttamente con Michele nella ricerca di ispirazioni per campagne, passerelle e non solo. Si potrebbe parlare di arte, perché nel mondo beauty, nessun altro marchio ha infuso tanta fantasia creativa nei suoi prodotti come Gucci.
Il tema della diversità è infatti molto caro a Gucci. Basti pensare che il brand ha scelto proprio una ragazza con la sindrome di down come volto per l’ultima campagna beauty del mascara a dimostrazione del fatto che “la disabilità non è un limite” come ha affermato Alessandro Michele, spiegando che ha progettato il mascara L’Obscur per una persona autentica che usa il trucco per raccontare la sua storia di libertà, a modo suo.
Un concetto di bellezza inclusiva che punta molto sulla bellezza dell’imperfezione, del difetto, di quello che, in altri tempi, si definiva “anormale” ma che in realtà non lo è. Alla base della visione creativa di Gucci c’è infatti, da sempre, il desiderio di dare a tutte le persone la possibilità di vivere una vita libera, di auto-espressione, che alimenti l’immaginazione. Alla base c’è il sostenere l’inclusività, la diversità e l’uguaglianza, in modo che tutti possano esprimere il loro sé autentico, unico e diverso. È stata implementata anche una strategia di diversity & inclusion a lungo termine che tocca ogni parte del loro business in tutto il mondo, volta a promuovere attivamente una cultura di equità e rispetto, lavorando al tempo stesso per avere un impatto più ampio sul cambiamento sistemico nel settore della moda, del beauty, e non solo.
Una scelta azzeccata, a quanto pare, visto che uno studio promosso da Focus Management e Diversity (associazione no profit che dal 2013 promuove la visione di molteplicità e differenze come valori e risorse preziose per individui e aziende, e premia quelle impegnate nella sensibilizzazione verso la (dis)abilità) sostiene che l’80% degli italiani preferisce brand attenti alla diversità in senso ampio e afferma che le marche considerate “inclusive” riescono a ottenere fino al 16,7% in più di gradimento.